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Cronaca

Rapine e furti tra Palma, Licata e Camastra: a processo due giovani

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Sei episodi di furto con aggressione, incluso un caso con violenze a danno di una vittima colpita con un’arma da fuoco, e due intrusioni illecite compiute nella stessa giornata. Sono le accuse rivolte ad A.I., 28 anni, e S.P., 21 anni, entrambi residenti a Palma di Montechiaro, finiti nel mirino di un’indagine coordinata dalla Procura di Agrigento.

I due hanno optato per il rito abbreviato. Il giudice dell’udienza preliminare, ha programmato la requisitoria del pubblico ministero per il 19 febbraio prossimo.

La sequenza criminale: dal tentativo fallito all’escalation
I reati contestati risalgono al 3 dicembre 2022. Secondo gli investigatori, i due giovani, in sella a una moto e con caschi integrali a nascondere il volto, avrebbero messo a segno una serie di attacchi consecutivi contro attività commerciali tra Palma di Montechiaro, Licata e Camastra.

Il primo episodio coinvolse il gestore di un ferramenta a Palma di Montechiaro: minacciato con una pistola e aggredito dopo essersi rifiutato di cedere il denaro. I due avrebbero urlato: “Spostati o sparo!”, per poi colpirlo con il calcio dell’arma. Nonostante ciò, fuggirono senza portare via nulla.
Successivamente, presero di mira due stazioni di servizio nella stessa zona, puntando l’arma alla testa degli addetti e sottraendo prima 60 euro e poi 350 euro.
Il metodo si ripeté in due bar tra Palma e Camastra: minacce armate fruttarono 200 euro per ciascun locale.
Ultimo bersaglio fu un panificio a Palma, dove un dipendente fu costretto a consegnare 200 euro sotto la minaccia della pistola.

Le intrusioni a Licata
Oltre alle rapine, i due avrebbero compiuto due furti in un bar e un ristorante nella zona di Torre di Gaffe a Licata. In uno dei casi, forzando una serranda, rubarono caramelle, bottiglie di vino e monete dalla cassa.

Le prove decisive: il ruolo delle telecamere
A collegarli ai crimini, alcuni fotogrammi delle telecamere di sicurezza che riprendevano la targa della moto, risultata registrata a nome di uno degli indagati. Interrogato, quest’ultimo sostenne di non usare il mezzo da tempo, affermando che la targa fosse stata rubata. Tuttavia, secondo la Procura, la targa fu rinvenuta nell’abitazione del complice, contraddicendo la sua versione.

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Il prosieguo del processo
I due, attualmente in libertà, affronteranno il processo con il rito abbreviato, che in caso di condanna comporterà una riduzione del terzo della pena. Il PM ha richiesto il rinvio a giudizio, mentre il 19 febbraio il giudice valuterà le prove raccolte contro i due imputati.

L’esito dipenderà dall’analisi del quadro probatorio, incluso il materiale video e le testimonianze, che potrebbero confermare il legame tra i due e la serie di crimini descritta.

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